domenica 7 dicembre 2014

Diritti acquisiti e diritti acquistati

Cosa sono i diritti acquisiti : I diritti acquisiti detti anche diritti quesiti sono quella categoria di diritti che, una volta entrati nella sfera giuridica di un soggetto, sono immutabili. Tale condizione permane anche di fronte ad eventuali cambiamenti dell'ordinamento. Tale ambito coinvolge strettamente la materia dell'efficacia della norma di legge nel tempo


Per i Cittadini che lavorano in regime di "busta paga"  i diritti acquisiti si possono variare:


Lo Statuto dei lavoratori - Legge 300 del 20 maggio 1970 :
Norme sulla tutela della libertà e dignità del lavoratori, della libertà sindacale e dell'attività sindacale nel luoghi di lavoro e norme sul collocamento
Lo Statuto dei diritti dei lavoratori (legge 300/70) ha sanzionato, sul piano politico, giuridico e civile il senso di una grande e non dimenticata stagione di lotte: quella del 1969.
Esso conserva però intatto, nel suo insieme, tutto il valore di conquista democratica: anche se – come da tanto giustamente si osserva - attende ulteriori sviluppi in ordine all’edificazione di una moderna democrazia industriale, adeguata a più attuali esperienze e anche al quadro comunitario



Testo completo dell' articolo 18 :
 



ART. 18 Legge 300/1970 (Statuto dei Lavoratori)


 

Reintegrazione nel posto di lavoro

 
Cosa si intende per licenziamento ingiustificato?
Il licenziamento è ingiustificato quando è "privo di giusta causa o giustificato motivo."
Il licenziamento per giusta causa configura la massima sanzione disciplinare, preceduta da quello per giustificato motivo soggettivo, che pure è costituito da un “notevole inadempimento degli obblighi contrattuali”.
Ai sensi dell’art. 2119 c.c. il datore di lavoro può recedere dal rapporto quando si verifichi una causa che non ne consenta la prosecuzione, anche provvisoria, neppure per il tempo del preavviso.
Il licenziamento per giustificato motivo è disciplinato dall’art. 3, legge 15 luglio 1966, n. 604 che fornisce la definizione del licenziamento con preavviso per giustificato motivo, riferendolo o a "un notevole inadempimento degli obblighi contrattuali" (il cd. giustificato motivo soggettivo), ovvero a "ragioni inerenti all’attività produttiva, all’organizzazione del lavoro e al regolare funzionamento di essa" (il cd. giustificato motivo oggettivo).
Il licenziamento per giustificato motivo soggettivo si differenzia dalla giusta causa in quanto consente la prosecuzione del rapporto sia pure nei limiti del periodo di preavviso.
Il licenziamento "privo di giusta causa o giustificato motivo" (cioè ingiustificato) viene oggi sanzionato diversamente dall’art.18 della Legge 300/70 – Statuto dei lavoratori e dalla Legge 108/90, a seconda delle dimensioni occupazionali del datore di lavoro.
A – Campo di applicazione dell’art.18 della Legge 300/70 – Statuto dei lavoratori
  • Datori di lavoro con più di 15 dipendenti nell'unità produttiva (o più di 5 dipendenti se impresa agricola)
  • Datori di lavoro con più di 15 dipendenti nel territorio comunale (o più di 5 se impresa agricola) a prescindere dal numero dei dipendenti nelle singole unità produttive
  • Datori di lavoro con più di 60 dipendenti in ambito nazionale a prescindere al numero dei dipendenti nelle singole unità produttive
In questi casi oggi è previsto che se il Giudice del Lavoro riconosce l'illegittimità del licenziamento, con sentenza ordina all'imprenditore:
  • di reintegrare il lavoratore nel suo posto di lavoro
  • di risarcirlo corrispondendogli tutte le retribuzioni dal giorno del licenziamento sino al giorno della effettiva reintegrazione al lavoro, compreso il versamento dei contributi previdenziali ed assistenziali (in ogni caso il risarcimento non potrà essere inferiore a 5 mensilità di retribuzione).
Inoltre, fermo restando il diritto al risarcimento del danno sopra indicato (tutte le retribuzioni dovute dal momento del licenziamento al reintegro al lavoro, e comunque un minimo di 5 mensilità), il lavoratore ha la facoltà di chiedere al datore di lavoro in sostituzione della reintegrazione nel posto di lavoro, una indennità pari a 15 mensilità di retribuzione globale di fatto. (quindi compresa la 13ma, 14ma, TFR).
B – Campo di applicazione della Legge 108/90
  • Aziende che abbiano più di 15 dipendenti e meno di 60, se nelle singole unità produttive o nell’ambito comunale non raggiungano i 16 addetti oppure i 6, se impresa agricola.
In questi casi oggi è il datore di lavoro che può scegliere fra la riassunzione del lavoratore o la corresponsione di un risarcimento del danno.
Per i datori di lavoro con meno di 16 dipendenti il risarcimento economico può variare da 2,5 a 6 mensilità di retribuzione globale di fatto.
Per i datori di lavoro che abbiano più di 15 dipendenti la misura del risarcimento è rapportata all'anzianità del lavoratore in azienda ed è la seguente:
  • Fino a 10 anni da 2.5 a 6 mensilità di retribuzione
  • Da 10 a 20 anni da 2,5 a 10 mensilità di retribuzione
  • Oltre 20 anni da 2,5 a 14 mensilità di retribuzione

Per i cittadini in regime di attività Politica i diritti acquisiti non si possono variare :


 «Resistere in giudizio ovunque». Di fronte a un attacco «a giusti e legittimi diritti acquisiti». Stefano Arturo Priolo, consigliere della Regione Calabria dal 1980 al 1985, assessore dal 1980 al 1983, dalla forestazione ( potevamo immaginare n.d.r. ) al commercio, da presidente del coordinamento nazionale delle associazioni di consiglieri ed ex consiglieri regionali delle Regioni manda un avvertimento a Franco Iacop ( presidente Regionale F.V.G. ) : non osi partecipare all’assalto ai vitalizi.


Graduatorie delle spese per politica e vitalizi regione per regione, è difficile spiegare poi il motivo dell' accumulo di vari vitalizi e indennità che moltissimi politici hanno acquisito probabilmente promulgando leggi ad hoc per loro stessi. 

Sono 3200 gli ex consiglieri che annunciano una valanga di ricorsi contro le regioni che hanno deliberato riduzioni ai vitalizi d'oro: “I nostri sono diritti acquisiti”. Le Regioni le quali hanno la maggior parte di Politici in vertenza sono : Lazio, Trentino - Alto Adige,  Lombardia e Molise.

Di qui la stretta sui vitalizi che il Lazio, la Lombardia, il Molise e il Trentino hanno già tradotto in legge. Normative analoghe sono poi in arrivo in altre regioni, come Piemonte, Campania e Toscana. Ma la stretta sui vitalizi, appunto, non convince gli ex consiglieri. La loro associazione ha dunque scritto al presidente Napolitano minacciando di portare la questione fino alla Corte costituzionale per veder riconosciuto il loro “diritto acquisito”.

Siamo alla corte del ridicolo dove i nostri ragazzi fanno fatica a trovare un lavoro qualificabile e duraturo che permetta loro di avere soldi abbastanza per potersi sposare e mantenersi e gli si tolgono le poche certezze i diritti acquisiti, mentre qualcun altro con gli euro ci fa il bagno nella vasca, con  i diritti acquistati mediante la politica, e infine assistiamo al menefreghismo e al preoccupante allontanamento più o meno forzato degli Italiani dalle urne della democrazia ( dato delle ultime elezioni Regionali ).






 

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